SI SCRIVE SOLO PER ESSERE LETTI

 

Lo scrivere è un atto rivolto agli altri. Scrivere è non solo comunicare, ma comunicare con la fiducia, o la speranza, che qualcuno accoglierà il nostro messaggio. Si scrive solo per essere letti. Se qualcuno afferma il contrario («scrivo solo per me») mente; può mentire anche a se stesso, ma comunque mente.

Probabilmente, non ne è consapevole, ma mente e prima o poi (forse, chissà, anche decenni più tardi) scoprirà che mentiva. È una menzogna innocentissima, che non fa nessun danno, ma come ogni menzogna serve solo a fare confusione.

Si scrive solo per essere letti, e chi scrive narrativa e poesie e saggistica e ogni testo curato, scrive per essere letto da quante più persone possibili. Ed è perfettamente giusto, naturale che sia così.

Non è invece naturale, a mio parere, fare i ritrosi, i timidi, dichiararsi indegno di attenzione, considerarsi  poco e giudicare sciocchezze le cose che scrive. È una eccessiva modestia imposta, che mi ricorda la falsa umiltà di certi preti.

Lasciate che siano gli altri a parlare della nostra scrittura. Un giudizio, anche negativo, è più vitale di ogni reticenza sul proprio lavoro. 


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