Cézanne e tutto il resto
In fondo, sono grato ad un insegnante universitario, R.B., che mi ha fatto scoprire (suo malgrado) la autentica indicibile genesi della sedicente arte moderna.
Questo tale R.B. aveva un culto feticistico per Cézanne, di cui magnificava senza riserve tutte le opere. Lo proclamava il gigantesco fondatore dell'arte contemporanea; tutta l'attuale gloria nasceva da lui.
E poiché nella pittura è, almeno per ora, ammessa la libertà di pensiero, io guardavo quella roba (R.B. chiedeva a noi studenti di conoscere tutta l'opera di Cézanne, di cui dovevamo - per l'esame - riconoscere la riproduzione in bianco e nero di un'opera a caso e ripeterne il commento fatto da R.B.), io guardavo quella roba e non mi piaceva. Cézanne è evidentemente incapace di dipingere, disegnava male, era un insicuro dilettante, non era in grado di costruire una prospettiva appena credibile, le sue realizzazioni in pittura hanno un esatto corrispettivo solo nei dipinti che i ferrovieri pensionati mettono assieme faticosamente e con il patetico orgoglio di chi non è in grado di giudicare ciò che ha fatto.
Con Cézanne nasce il triste equivoco per cui l'incapacità tecnica di un pittore è definita "il suo modo di vedere e sentire" (sì, infatti: il suo modo, e allora come può riguardarmi? perché mi deve coinvolgere?)
Cézanne era ricco di famiglia per sua fortuna, perché sarebbe morto di fame se - invece che vivere mantenuto dal babbo burbero ma benefico - avesse dovuto mantenersi con la pittura.
Sì, in minima parte ha ragione R.B.: con Cézanne nasce l'arte nuovissima cioè l'arte borghese, in cui non esiste più il committente, ma il mercante d'arte. Cézanne borghese aveva di che vivere anche se non avesse dipinto nulla, anche se (per nostra fortuna) si fosse dedicato a collezionare farfalle o stampe giapponesi.
Il borghese incapace di pittura vide le miserabili prove di Cézanne alzate al cielo dei capolavori e si disse: «Ma se lui fa 'sta roba e viene lodato, perché non potrei farla pure io?». Courbet è l'ultimo pittore-pittore; poi c'è Cézanne pittore-borghese; con lui nasce la pittura che non deve vendere, perché Cezanne è mantenuto - anche se col broncio - dal babbo banchiere. Si apre l'infinita possibilità per tutti coloro che vogliono credersi pittori. Da Cézanne in poi, per essere pittori basta dichiarare di esserlo a coloro che hanno l'autorità di garantirlo: mercanti d'arte e critici professionisti.
La pittura non è più espressione artistica, ma settore di investimento capitalistico-finanziario. Questa è la morte della pittura e tutto ciò si deve a Cézanne. Di cui R.B. non ha mai capito un cazzo.
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