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Lettore e scrittore

 Il lettore che si attacca ad uno scrittore come un cane si attacca al padrone più generoso di cibo e carezze è un mostro di natura. La scrittura è libertà, sia per chi scrive che per chi legge. Il diventare devoti è l'insulto più greve che si possa fare ad uno scrittore che si apprezza davvero. Per capirci bene: essere fan di uno scrittore è indegno di un lettore e degrada lo scrittore. A mio parere, la dialettica più sana ed efficace tra lettore e scrittore è una affettuosa, consapevole e brillante diffidenza.

Della pittura contemporanea

 La critica d'arte oggi ha una curiosa caratteristica: per tutti i pittori "antichi", "classici" (diciamo fino alle soglie degli Impressionisti), lo studio è la ricerca di influssi, echi e suggestioni che i pittori ricevono e trasmettono: si cerca quanto c'è di Masaccio in Piero della Francesca; si rintracciano i motivi leonardeschi in Raffaello... il metodo è ritenuto così valido che le opere sono datate anche in base a quando un artista poté vedere l'opera di un altro; per questo si parla di un periodo romano  o di un periodo fiorentino , perché in quelle occasioni, l'artista potè "subire" l'influenza di certi pittori attivi o presenti in quelle città. La pittura "classica" è ritenuta, e descritta, come un fitto tenace reticolo, una costellazione di suggestioni che vanno da una personalità artistica ad altre; insomma: tutti i pittori devono qualcosa ai loro colleghi, compresi i colleghi morti. Per la pittura contemporanea si

Scuola di scrittura/5

 «Le combat contre le temps est la seule activité digne d'un écrivain».                                                                   Howard P. Lovecraft (Non conosco la versione originale della citazione, che ho trovato in traduzione francese)

SI SCRIVE SOLO PER ESSERE LETTI

  Lo scrivere è un atto rivolto agli altri. Scrivere è non solo comunicare, ma comunicare con la fiducia, o la speranza, che qualcuno accoglierà il nostro messaggio. Si scrive solo per essere letti. Se qualcuno afferma il contrario («scrivo solo per me») mente; può mentire anche a se stesso, ma comunque mente. Probabilmente, non ne è consapevole, ma mente e prima o poi (forse, chissà, anche decenni più tardi) scoprirà che mentiva. È una menzogna innocentissima, che non fa nessun danno, ma come ogni menzogna serve solo a fare confusione. Si scrive solo per essere letti, e chi scrive narrativa e poesie e saggistica e ogni testo curato, scrive per essere letto da quante più persone possibili. Ed è perfettamente giusto, naturale che sia così. Non è invece naturale, a mio parere, fare i ritrosi, i timidi, dichiararsi indegno di attenzione, considerarsi  poco e giudicare sciocchezze le cose che scrive. È una eccessiva modestia imposta, che mi ricorda la falsa umiltà di certi preti. Lasciate

dell'arte contemporanea

«Se oggi il mio maestro Mavrudis fosse in Italia, potrebbe condurre a scuola tutti i nostri "geni" modernisti ed insegnare loro che prima di essere cezanniani, picassiani, soutiniani o matissiani e prima di avere l'emozione, l'angoscia, la sincerità, la sensibilità, la spontaneità, la spiritualità ed altre scemenze della stessa risma, farebbero meglio ad imparare a fare una buona e bella punta al loro lapis e poi con quella punta cercare di disegnare bene un occhio, un naso, una bocca o un orecchio». (Giorgio De Chirico)  

premi letterari

 «Per ottenere un premio letterario, non credo che siano necessari maggiori intrighi, che per ottenere un avanzamento di carriera in una qualsiasi azienda».  Paolo Volponi, premio Strega 1965. E questa affermazione (di cui lascio a Volponi tutta la paternità) può valere tanto pro o contro  la correttezza e la trasparenza dei premi letterari. Personalmente, conosco una "azienda" in cui l'avanzamento di carriera è puro e totale arbitrio del capetto di turno. 

scrittore e società

 Uno scrittore è espressione del proprio tempo non più di quanto decida di doverlo essere.