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Ex contrario

 A mio parere, una scuola di scrittura (se proprio occorre che ce ne siano) dovrebbe indicare soltanto esempi negativi, cioè presentare modelli di scrittura da evitare, per aiutare l'allievo e l'allieva a formare quello che un tempo si chiamava il gusto . Secondo l'antica formula, collaudata da secoli di esperienza, il gusto si forma sempre col confronto, con l'esercizio di selezione, con la lettura che ricorda e paragona le diverse espressioni. Il gusto si forma evitando errori. Un tempo, la sola scuola di scrittura pensabile era la lettura, vasta, continua, fervida, attenta. E dunque nella mia scuola di scrittura darei alcuni esempi di scrittori da considerare come la mortificazione della scrittura, come esempio negativo e comincerei con nominare Moravia, Hemingway e Salinger. 

La domanda fondamentale

 La domanda fondamentale, da cui tutte le altre sgorgano, è solo una, da sempre: perché la vita umana è intrisa d'orrore?

Arroganza lieta

 Tra l'azione di Duchamp che firma un orinatoio e lo dichiara oggetto d'arte e la scelta della cantante o attrice o "influencer" di dare al proprio figlio un nome insolito, strano, esotico c'è la medesima arroganza morale e la stessa bassezza culturale. 

Vietato parlare al conducente

 Anni fa, in ogni autobus era attaccato un cartello metallico sopra il vetro del posto di guida, una targhetta metallica che era, più meno, in corrispondenza della testa del pilota e recava una scritta: VIETATO PARLARE AL CONDUCENTE. Da sessant'anni, su ogni "opera d'arte" prodotta in questo periodo, è affissa una invisibile targhetta con la scritta: VIETATO PARLARE MALE DI QUESTA ROBA.  I borghesi, i capitalisti non sopportano non essere oggetto di lode. 

L'editoria d'oggi

 Le case editrici, oggi, sono industrie di abbigliamento i cui esperti credono di saper prevedere quale moda avrà successo. 

Editori d'oggi

 Le case editrici, oggi, sono ristoranti i cui menu hanno qualche centinaio di pagine. 

Lo scrittore borghese, bassamente borghese

 Nel 1962, Dacia Maraini vinse sei milioni di lire con il romanzo L'età del malessere , vincitore del Premio Formentor. Ci fu chi accusò Moravia di avere influenzato la conclusione del premio, facendolo assegnare alla donna che era (o stava per essere) la sua compagna. Moravia rispose che non c'entrava assolutamente nulla. E disse anche, secondo quanto dichiarò Giuseppe Berto: «che cosa sono in fondo sei milioni, io che vivo nel mondo del cinema non ci faccio caso e non val la pena di fare tanto rumore». (Vedi Vie Nuove, a. XVII, n. 21, 24 maggio 1962, pag. 22). Sempre secondo la testimonianza di Berto citata, in risposta ad uno studente che protestava Moravia mise «una mano in tasca» e disse «le restituisco le mille lire». Questo episodio è uno dei molti motivi per cui io considero Moravia uno scrittore meno che mediocre (anzi, non lo ritengo uno scrittore, ma uno scrivente) e non stimo la sua esperienza umana.