Post

La condizione umana

 La condizione umana è un teso ponte troppo sottile sull'abisso. Fa paura perché essa è veramente spaventosa. Si crede che la nostra irrimediabile paura possa essere placata con la durezza, con la freddezza, con la violenza, e così, da millenni, si inventano leggi e punizioni, guerre e tribunali. La condizione umana è dura, è dolorosa. Alla consapevolezza della nostra miserabile fragilità si aggiunge una furia contro noi stessi, i nostri simili, il nostro futuro. Un carcere in cui ogni galeotto vive in perenne timore di ogni altro compagno di pena.

Politica culturale delle case editrici d'oggi

 Si fa credito solo ai ricchi. Come ogni banca sa bene.  (Come ci si arricchisca, non è cosa che interessi alla banca).

La narrativa italiana del 2025 (ad uso dei nostri pronipoti del 2050)

 Cani, gattini, caffè fumanti in grandi tazze da tenere con le due mani, deliziosa ricerca di sé, amicizia che dà problemi ma poi tanta gioia, amore, amore, amore e amore che fa passare giornate piene piene, nonne, nonne parlanti e nonne morte, bambini molto saggi e tanto suggestivi anche quando rompono i coglioni, gattini che sono tanto cari e oh sì indipendenti, cani saggi fedeli, lavoro che è competizione ma alla fine arriva il momento che ti chiedi e allora cambi tutto perché hai pensato ad una nonna saggia e morta o a un gattino sovrano, investigatori che sono tutti diversi e tutti uguali e tutti caratteristici con simpatiche manie o segreti antichi dolori ma che trovano sempre il colpevole, pasticcerie, dolci, torte, cuochi ma più cuoche, bignè sempre alla crema, tè, tisane, l'anima che si effonde nel profumo caldo di pane appena sfornato o torte create sulla ricetta della saggia nonna morta da tanto o da poco, bambini saggi e impertinenti comunque geniali, ricordi di famigli...

Grandi editori e risate

 La politica attuale delle medie e grandi case editrici riflette esattamente, come uno specchio terso, la prassi politica attuale delle sedicenti grandi democrazie: tutti i cittadini e tutte le cittadine hanno la stessa parità di diritti e la medesima dignità sociale; in effetti solo una minuscola minoranza può esercitare ogni suo diritto fino ad attribuirsene dei nuovi che si chiamano privilegi.  Così è per l'editoria: guardate il sito di una grande o grandissima casa editrice: vi troverete le istruzioni per sottoporre il vostro "manoscritto". Fatelo, e aumenterete di una unità l'enorme numero dei candidi (ho scritto candidi  non candidati ). E farete ridere un po' di più chi si occupa del recapito email della maestosa sfinge editoriale. Stupirsi? Recriminare? Sarebbe precisamente come recriminare e stupirsi che su questo infelice pianeta ha vinto e domina il capitalismo. 

Ex contrario

 A mio parere, una scuola di scrittura (se proprio occorre che ce ne siano) dovrebbe indicare soltanto esempi negativi, cioè presentare modelli di scrittura da evitare, per aiutare l'allievo e l'allieva a formare quello che un tempo si chiamava il gusto . Secondo l'antica formula, collaudata da secoli di esperienza, il gusto si forma sempre col confronto, con l'esercizio di selezione, con la lettura che ricorda e paragona le diverse espressioni. Il gusto si forma evitando errori. Un tempo, la sola scuola di scrittura pensabile era la lettura, vasta, continua, fervida, attenta. E dunque nella mia scuola di scrittura darei alcuni esempi di scrittori da considerare come la mortificazione della scrittura, come esempio negativo e comincerei con nominare Moravia, Hemingway e Salinger. 

La domanda fondamentale

 La domanda fondamentale, da cui tutte le altre sgorgano, è solo una, da sempre: perché la vita umana è intrisa d'orrore?

Arroganza lieta

 Tra l'azione di Duchamp che firma un orinatoio e lo dichiara oggetto d'arte e la scelta della cantante o attrice o "influencer" di dare al proprio figlio un nome insolito, strano, esotico c'è la medesima arroganza morale e la stessa bassezza culturale.